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LA CARTA D’IDENTITÀ DI UNA LEGA

Caratteristiche fisiche

TITOLO

Quantità in peso di metallo fino presente nella lega finale, espressa in millesimi oppure carati. La caratterizzazione di una lega va eseguita nella caratura dedicata poiché il rapporto fra metallo fino e lega madre modifica fortemente le proprietà della lega ottenuta; per questo motivo nel catalogo si trovano leghe con lo stesso codice in carature diverse.


COLORE

Proprietà fondamentale della materia, di grande importanza nella produzione di gioielleria essendo driver di emozione, significato e valore. A causa della soggettività nel leggerlo, definire precisamente il colore è molto impegnativo.

Gli strumenti per definire il colore: lo spettrofotometro

Fornisce una serie di valori numerici da -100 a +100 su 3 coordinate, leggibili come punti all’interno di uno spazio cartesiano sferico. Ogni punto identifica un colore dello spettro del visibile.

Le tre coordinate CIELab:

coordinata a*: dal verde al rosso
coordinata b*: dal blu al giallo
coordinata L*: rappresenta la luminosità, la quantità di luce riflessa dal campione. La luminosità è anche fortemente dipendente dalla finitura superficiale del pezzo.

Sfumature di colore

GIALLO-VERDE. Con alto contenuto di argento e/o zinco, dal colore molto leggero e vicino al verde.

GIALLO LUMINOSO. Cresce il contenuto di rame in composizione. È la categoria più vasta assieme al giallo carico; per il titolo 750 si identifica con la fascia cui appartiene lo standard 2N.

GIALLO CARICO. Ulteriore incremento di rame in composizione. Anche definito giallo “arabo” o “Hamilton”, per il titolo 750 identifica la fascia cui appartiene lo standard 3N.

GIALLO ROSA. La categoria di leghe che ancora si possono definire “gialle” con il maggiore contenuto in rame. Per il titolo 750 è la fascia cui appartiene anche lo standard 4N.

La ripartizione di queste categorie rimane la stessa per tutte le carature, cambiano però gli intervalli.

BIANCO. Lo Yellow Index è il valore numerico che identifica l’intensità del bianco della lega, aiuta a decidere se una lega dovrà venire trattata superficialmente in finitura per migliorare il colore.

Definisce tre categorie di bianco:

PREMIUM WHITE YI < 19 (Non serve rodiare)
STANDARD WHITE 19 < YI < 25 (Rodiatura facoltativa)
OFF-WHITE 25 < YI < 32 (Il pezzo deve venire rodiato)


DUREZZA

DUREZZA

Resistenza di un materiale a subire deformazione plastica. I valori vengono misurati con la scala Vickers. Per le leghe da gioielleria si passa da durezze pari a 25 HV per l’argento puro grezzo di fusione, fino a circa 300 HV per una lega bianca con molto nichel allo stato incrudito o dopo trattamento termico..

DUREZZA DOPO FUSIONE (HV AC)

La durezza prima di eventuali lavorazioni meccaniche, trattamenti di ricottura o di invecchiamento. Un dato fondamentale per il processo produttivo della microfusione: sarà più complesso modificare la durezza di lega in passi processuali successivi.

DUREZZA DOPO TRATTAMENTO DI INDURIMENTO (HV AH)

Per alcune categorie di leghe che hanno bisogno di una elevata resistenza meccanica come le leghe ad effetto elastico, oppure particolarmente morbide come quelle a base argento, è possibile eseguire un particolare trattamento termico per un notevole incremento della durezza, senza dover incrudire il metallo con una deformazione plastica.

Per essere definita termoinduribile, una lega deve aumentare la sua durezza di almeno il 50% rispetto al grezzo di fusione

Leghe d’oro: l’indurimento consiste nel mantenere il pezzo (ricotto) per 90 minuti ad una temperature fra 250°C e 350°C (la migliore temperatura è indicata nelle schede tecniche), seguita da un raffreddamento in aria.

Leghe d’argento: l’argento raggiunge la massima durezza quando è termoindurito in due passaggi:
Passaggio 1: omogeneizzazione in atmosfera inerte ad una temperatura vicina al solidus (700-740°C) per 40 minuti, seguita da tempra immediata in acqua.
Passaggio 2: termoindurimento a 300°C per 60 minuti, seguito da raffreddamento in aria.

Se l’omogeneizzazione non è possibile: procedere con trattamento singolo, a 300°C per 90 minuti. L’incremento in durezza sarà all’incirca il 60% del massimo ottenibile.


TEMPERATURE DI FUSIONE

A pure metal has a single melting temperature, so at a certain temperature it passes directly from solid phase to liquid phase. Alloys instead have a melting range, within which the metal gradually, during heating, melts until it is fully liquid.

• SOLIDUS TEMPERATURE (SOLIDUS), the temperature at which the alloy starts the melting process. It is an important value, for example, during welding, or in processes like cladding.

• LIQUIDUS TEMPERATURE (LIQUIDUS), the temperature at which the alloy is completely molten; on the basis of liquidus, the temperatures for casting and for granulation are defined.


Caratteristiche meccaniche

TENSILE STRENGTH (Rm)
The point at which the sample breaks during the tension test (values in MPa - Mega Pascal)

YIELD STRENGTH (Rp0,2)
The point at which the sample begins to undergo a permanent plastic deformation (values in MPa - Mega Pascal)

ELONGATION AT RUPTURE (E%)
This value expresses the percentage ratio between the length of the piece just before it breaks and its initial length


Caratteristiche generali

DIMENSIONE MEDIA GRANO AS CAST

Misura statistica, espressa in micron, su campioni standard interni di grani cristallini grezzi di fusione. Per le leghe da gioielleria la misura varia da circa 1000 micron per argento e oro puri, fino a 10 - 20 micron per alcune leghe d’oro da lavorazione meccanica molto affinate.

Gli effetti positivi dovuti a un grano cristallino di piccole dimensioni:
• prestazioni meccaniche superiori,
• migliorata brillantezza e luminosità superficiale,
• alta resistenza chimica

Grado di affinazione

Il grado di affinazione di una lega è proporzionale alla presenza in lega di particolari elementi chimici capaci di migliorare la microstruttura durante le fasi di solidificazione e di ricottura. Esso deve necessariamente essere alto in caso di processi di deformazione plastica complessi, ma è preferibile anche quando si desidera una superficie compatta e luminosa.

Livello di disossidazione

La presenza di disossidanti è particolarmente importante nel caso della microfusione, dove una superficie pulita dopo la colata rappresenta un vantaggio dal punto di vista del processo produttivo. In funzione del tipo di sistema fusorio sono necessari livelli diversi di disossidanti.

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